Abbiamo
già evidenziato che la chirurgia è l'unica opzione definitiva per correggere
l'alluce valgo. Ma raramente questa è necessaria. Il trattamento chirurgico può
essere raccomandato se le misure convenzionali non riescono a fornire sollievo,
se il disturbo provoca molto dolore o se interferisce con le attività
quotidiane. Per raggiungere il miglior esito, possono essere pianificate
diverse tecniche chirurgiche: alcune agiscono sull'osso, altre sui tessuti
molli.
Il rimedio chirurgico per alluce valgo
prevede due possibili approcci:
Approccio chirurgico classico: apertura
chirurgica della cute e dei tessuti sottostanti (procedura "a cielo
aperto") la correzione della deformità viene effettuata mediante
l'asportazione di parte di osso. Durante l’intervento il chirurgo rimuove e
riallinea le ossa, per poi fissarle nella nuova posizione tramite l’utilizzo di
placche, viti o fili metallici. Nelle operazioni di osteotomia moderna, è
prevista un’incisione più piccola, riducendo così la presenza di una cicatrice.
A seconda della gravità della deformazione verranno adottate diverse procedure
chirurgiche e, nei casi più gravi, l’artrodesi della prima articolazione
metatarso-falangea.
Approccio chirurgico percutaneo: è meno invasivo e
prevede tempi di recupero più rapidi. La procedura avviene attraverso appositi
strumenti e sotto la guida di immagini radioscopiche, per operare direttamente
sull'osso attraverso forellini effettuati nella cute. Rappresenta un'importante
evoluzione delle tecniche osteotomiche. Questi strumenti agiscono come nella
chirurgia tradizionale, ma operano attraverso piccoli fori, evitando
l'esposizione di tessuti come ossa e muscoli, e prevenendo così la formazione
di future cicatrici. Durante l'intervento, il chirurgo monitora il procedimento
mediante un fluoroscopio intraoperatorio, rendendo l'operazione all’alluce valgo completamente
indolore. Inoltre, poiché le parti molli restano intatte e le fratture generate
durante l'intervento sono stabili, non è necessario utilizzare viti, placche o
fili di metallo. La correzione viene mantenuta da un semplice bendaggio, il
quale consente al paziente di camminare già dal giorno stesso dell'operazione.
Il recupero post-operatorio dell’intervento,
a prescindere dalla tecnica utilizzata, è di circa 30-40 giorni; questo perché
ogni trattamento prevede una resezione ossea, che richiede un tempo ragionevole
per potersi consolidare.
È possibile, ad ogni modo, deambulare senza
problemi sin dall'inizio, anche se per pochi minuti; si consiglia di evitare il
mantenimento della posizione eretta per troppo tempo e limitare i movimenti il
più possibile.
Dopo un mese, dunque, sarà possibile
indossare nuovamente delle scarpe comode e dopo 2-3 mesi si potrà riprendere la
pratica sportiva.
Nei casi in cui il medico o specialista
decida che l’alluce valgo è un problema di salute che va risolto per il
benessere del paziente, l’intervento può essere svolto presso strutture
pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Quando, invece, lo
specialista stabilisca che si tratta solo di estetica è necessario rivolgersi
al settore privato e al chirurgo plastico. A titolo puramente indicativo, i
costi di un intervento eseguito privatamente possono variare fra i 3.000 ed i
7.500 €.
In definitiva l’opzione chirurgica è l’unica strada da
percorrere per correggere realmente l'alluce valgo, ed inoltre riduce il
dolore, migliora la mobilità e previene complicazioni future.
Quali situazioni si prospettano dopo un intervento
chirurgico?
Caso 1: Risoluzione completa del problema: l’alluce è perfettamente
dritto, il piede recupera pienamente la sua funzionalità, di conseguenza il
paziente è felice!
Caso 2: Alluce che dopo circa un anno recidiva per compensare
nuovamente altre patologie che sono state sottovalutate e non curate (mal di
schiena cronico, una scoliosi, una spondilolistesi o un ginocchio valgo)
Caso 3: Alluce
rigido, bloccato e paziente che inizia ad accusare problemi che prima
non aveva (tendiniti, mal di schiena, metatarsalgia ecc)
Purtroppo, l’esperienza ha dimostrato che il
caso 1 si verifica raramente, mentre sono molto più frequenti i casi 2 e 3. Per
tale ragione, raccomandiamo di consultare un professionista e fare una
valutazione completa della situazione prima di optare in maniera definitiva per
l’intervento chirurgico.
Nel post-intervento, la necessità di trattamenti
sintomatici potrebbe diminuire. Come qualsiasi altra procedura chirurgica,
possono verificarsi complicazioni come: prolungamento del tempo di recupero
post-operatorio (può richiedere settimane ma in alcuni casi anche mesi, con conseguenti
limitazioni dell'attività fisica); infezioni, ematomi e cicatrici. La
correzione di entrambi i piedi può richiedere interventi bilaterali, aumentando
il periodo